Nell’Isontino, il Pd indice un referendum fra gli iscritti per avviare un riordino amministrativo

Nel giro di qualche anno potremmo scendere da 25 a 7-8 comuni, annuncia il Pd nel corso di una conferenza stampa indetta dalla Segreteria provinciale isontina: lo chiederemo alla nostra base entro la fine di settembre. Fino a dicembre la priorità rimane la costituzione delle Unioni. Sui comuni “sloveni”: riconosciamo le specificità della minoranza e garantiamone l’autonomia. Entro la fine di settembre il Partito Democratico isontino chiamerà al voto gli iscritti di tutta la provincia per pronunciarsi su alcune ipotesi di riassetto amministrativo: “Possiamo puntare a ridurre gli attuali 25 comuni a 7-8, semplificando l’attuale assetto: e lo faremo coinvolgendo tutto il territorio provinciale e riconoscendo alcune specificità, in particolare quelle dei comuni a maggioranza slovena, di cui vogliamo tutelare l’autonomia”, lo ha annunciato oggi il segretario provinciale Marco Rossi nel corso di una conferenza stampa indetta a Gorizia con la segreteria provinciale.

Nei prossimi giorni sarà costituito un comitato di lavoro, ed entro la fine di settembre, forse già a metà mese, chiameremo i circoli a pronunciarsi su alcuni scenari alternativi di aggregazione fra gli attuali 25 comuni: è la prima volta che il Pd utilizza lo strumento del referendum fra gli iscritti. Nel frattempo – sottolinea il Pd – la priorità è quella di costituire le Unioni territoriali, con uno sforzo amministrativo senza precedenti che sta coinvolgendo in prima persona i sindaci isontini. Di qui a fine anno la priorità rimane infatti l’avvio della riforma degli enti locali. Chiamando a consultazione tutti i circoli in un territorio dove il centrosinistra governa la stragrande maggioranza delle amministrazioni locali, ci facciamo carico di proporre un riassetto complessivo delle amministrazioni: semplificando, riusciremo a ridurre la distanza tra cittadino ed eletto.

Sarà inoltre più snello il processo decisionale all’interno delle singole Unioni che quindi non saranno più composte da 9 o 13 comuni ma da un numero molto inferiore. Non ci sono disegni predefiniti, e le proposte già avanzate da comitati e forze politiche, che propongono iniziative parziali su determinati parti del territorio provinciale, le vogliamo riportare nell’ambito di un disegno complessivo: non ci saranno cioè cittadini di serie A o di serie B, ma l’intero territorio dev’essere accompagnato in un processo di riorganizzazione e semplificazione amministrativa. Il processo di aggregazione non toccherà i comuni a maggioranza slovena, di cui vogliamo tutelare l’autonomia e la specificità: le due Unioni del Basso e Alto isontino, anzi, devono collaborare con gli strumenti previsti dalla legge – uffici unici compresi – per svolgere quelle competenze di particolare interesse per la tutela della minoranza.