nel percorso del PD Provinciale “IDEE A CONGRESSO” diamo spazio alle proposte pervenute alla Segreteria Provinciale (di Paolo Coppola)

L’umiltà e il coraggio

Per il Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia del 2023

Democrazia e libertà non sono scontate

Sono doni che abbiamo ricevuto da chi ha lottato contro il fascismo, la violenza e la prepotenza più di settanta anni fa. Sono doni preziosi e fragili che è nostro compito preservare e rafforzare.

Abbiamo bisogno di partiti  La Democrazia ha bisogno di partiti autorevoli (non autoritari), forti e trasparenti, perché chi aspira a  rappresentare il popolo deve essere formato e selezionato e perché chi vuole partecipare alla vita  democratica deve poter avere fiducia nelle istituzioni e deve sentire di poter dare il suo contributo.

Vogliamo che il Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia sia un luogo in cui i cittadini di

centrosinistra sentano di poter contribuire alla democrazia. Vogliamo che l’attività politica nel nostro partito sia di approfondimento e discussione, confronto ed elaborazione, per capire e risolvere i  problemi e le sfide che abbiamo davanti.

Vogliamo un partito che sia capace, con umiltà e senza cercare scuse, di imparare dai propri errori e che abbia l’intelligenza di non ripeterli.

Vogliamo un partito che non dimentichi la sua storia, ma che abbia la consapevolezza che il suo compito è costruire il futuro.

Vogliamo un partito che sia credibile, di cui ci si possa fidare, aperto al contributo dei giovani, attento ai bisogni dei più deboli, capace di aiutare e di guidare la nostra regione. Un partito che sia speranza e traino.

I cittadini di centrosinistra del Friuli Venezia Giulia hanno il diritto di poter guardare con fiducia ad una forza politica seria e responsabile.

Di cosa ha bisogno il PD del FVG Unità, innanzitutto, che vuol dire mettere gli interessi dei cittadini davanti alle beghe personali.

Umiltà, come metodo, che significa confronto continuo tra amministratori, iscritti e cittadini, ascolto vero, capacità di mettere in dubbio le proprie convinzioni, per capire e poter migliorare. Difendere la comunità, prima e più di quanto si sia disposti a difendere le proprie scelte passate.

Coraggio di affrontare i propri problemi e le mancanze, di dire no a chi vede la politica come occasione di carriera personale e non come servizio alla collettività. Coraggio di rinunciare alle clientele e alle piccole rendite di potere. Coraggio di riconoscere il merito. Coraggio di cambiare atteggiamenti, metodi e abitudini, prima ancora che persone o nomi. Non è la “rottamazione”, i fatti lo dimostrano, che può rendere il nostro partito più forte, ma nemmeno l’immobilismo o il finto cambiar tutto per non cambiare niente. Non sono le persone che vanno rottamate, ma l’attaccamento al potere, la disonestà intellettuale, la mediocrità che scalza il merito.

Abbiamo quattro anni di lavoro davanti, per cambiare il partito regionale, con l’ambizione di essere d’esempio e di ispirazione anche per il livello nazionale. La specialità del Friuli Venezia Giulia è anche questo: capacità di sperimentare, di mostrare la via.

Nel 2023 avremo l’onere di proporre ai cittadini della nostra regione un’alternativa alla politica della Lega e del centrodestra e non sarà facile. Chi ci avrà governato fino ad allora non sembra interessato ad amministrare. Allo scopo di ottenere il potere si sono totalmente spesi nella campagna elettorale, vincendola e guadagnandosi le tanto ambite poltrone, ma quelle non sono poltrone da cui limitarsi a twittare o lanciare comunicati stampa, ma posizioni privilegiate da cui amministrare una Regione e da cui affrontare una serie di innumerevoli questioni complesse.

Gli attuali pubblici decisori non sanno cosa fare, se non alternare a qualche sporadico annuncio una serie di piccole azioni di clientelismo.

Noi proporremo un modo di amministrare differente fatto di ascolto, partecipazione e impegno delle migliori risorse, con attenzione costante e dando priorità ai più deboli. Convintamente europeisti e progressisti.

Dobbiamo ricostruire il partito, renderlo più moderno nell’organizzazione, utilizzando meglio il web e i social network, integrando questi ultimi con l’attività dei circoli. Dobbiamo rafforzare la collaborazione tra i circoli e il dialogo con le realtà territoriali.

Il Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia deve condividere le buone pratiche, conoscere e

valorizzare i propri iscritti, essere permeabile alle nuove energie e nuove idee. Va istituita la scuola di politica e amministrazione e vanno rinnovati i forum rafforzandone l’autorevolezza.

Il rapporto con il gruppo regionale deve essere costante e paritario e i nostri amministratori a tutti i

livelli devono poter contare su un partito vivo, non solo bacino di voti o braccia e gambe per la

campagna elettorale, ma soprattutto luogo di conoscenza e di talenti, di confronto e di proposta.

La voce del Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia deve essere unitaria e ascoltata anche a livello nazionale.

Nei prossimi quattro anni assisteremo a profondi cambiamenti tecnologici, economici e sociali e daremo il nostro contributo per costruire un futuro migliore, con la nostra visione, le nostre competenze e approcci concreti. Inizieremo tra pochi mesi con l’appuntamento elettorale europeo in cui il Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia si schiererà senza tentennamenti a favore del progetto politico di un’Europa più democratica.

No al nazionalismo, alla chiusura, al sovranismo.

I veri interessi dei cittadini italiani sono l’apertura, la collaborazione, la solidarietà, il confronto culturale, gli Stati Uniti d’Europa.

Sul fronte amministrativo rafforzeremo la collaborazione e la rete degli amministratori del

centrosinistra, evitando il più possibile di inquinare il livello amministrativo locale con polemiche

politiche di livello nazionale. Il recupero di credibilità del Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia passerà per la qualità dei suoi amministratori locali, dalla loro capacità di collaborare, ascoltare e mediare per risolvere i problemi nell’interesse della loro comunità.

Il Partito Democratico ha subìto anche nella nostra regione una lunga e dolorosa serie di sconfitte, ma noi conosciamo il cuore dei militanti del nostro Partito, la loro passione e la generosità e siamo certi che    con umiltà e coraggio torneremo a meritare la fiducia dei cittadini del Friuli Venezia Giulia e a guidare la nostra Regione!

Quattro cose da fare

Il partito che costruiremo insieme farà sostanzialmente 4 cose:

1) selezione di classe dirigente;

2) formazione di classe dirigente;

3) elaborazione di proposta politica;

4) raccordo tra elettori ed eletti.

Per fare questo sono necessarie delle azioni coerenti. Non servono miracoli o superpoteri, ma è

necessario avere chiari gli obiettivi e lavorare con metodo e determinazione su un periodo medio-lungo.

Abbiamo quattro anni davanti e non dobbiamo sprecare tempo.

Per poter fare selezione è necessario avere un partito aperto e inclusivo, che accolga le persone che  hanno voglia di impegnarsi. Non è possibile fare selezione di qualità se il bacino di coloro che militano nel partito rimane ristretto sempre ai soliti. Il partito deve costantemente occuparsi della sua  attrattività, deve curare il modo in cui entra in contatto con nuove energie, soprattutto giovani, deve domandarsi costantemente come raggiungere e ispirare le tante persone con senso civico che vivono nel suo territorio. Un partito concepito come accozzaglia di piccoli comitati elettorali, con i circoli a supporto esclusivo del capobastone locale è incompatibile con la selezione di classe dirigente, perché è chiuso e ha paura delle persone di qualità. Il PD del FVG che costruiremo nei prossimi quattro anni sarà un luogo in cui le persone possano far crescere i loro desideri e le loro ambizioni di poter contribuire al bene collettivo.

Attirare persone nuove e di qualità non basta, perché amministrare e fare politica nell’interesse dei

cittadini è un’arte che va appresa. Per questo il partito sarà uno strumento di formazione, attraverso la “gavetta” amministrativa e politica, allenando alla democrazia, al confronto, al rispetto delle posizioni altrui e alla ricerca di sintesi. Il partito aiuterà i neo-amministratori, non li lascerà soli ad “arrangiarsi”, e la conoscenza ed esperienza sarà condivisa e messa a fattor comune. La formazione della classe dirigente diventerà una componente strutturale che va dalla ricognizione annuale dei bisogni formativi fino alla erogazione vera e propria di corsi di base e di approfondimento sia politico sia amministrativo.

Selezione e formazione di classe dirigente sono un prerequisito all’elaborazione della proposta politica. I forum o i gruppi tematici sono un ottimo strumento, ma devono essere fatti funzionare. Il o la responsabile regionale di un determinato tema sarà una persona con competenza e peso politico riconosciuto e avrà una vera delega piena a rappresentare il partito su quella tematica di modo che abbia anche la responsabilità di definire una linea, in accordo con la segreteria, che, nei casi di maggiore impatto politico, possa essere votata dalla direzione.

Il PD del FVG che costruiremo dovrà costantemente elaborare la proposta politica in un continuo dialogo con i cittadini, le associazioni, gli altri soggetti politici e, in generale, con i portatori di interesse, in una  rapporto che non dovrà essere egemonico. Il PD parteciperà a tavoli di confronto e gruppi di lavoro, anche organizzati da altri soggetti, con l’umiltà di saper ascoltare e di poter dare un contributo.

Parteciperemo e ci faremo promotori di processi di collaborazione senza la pretesa di guidare, ma pronti ad aiutare il raggiungimento degli obiettivi decisi insieme.

Infine il partito che costruiremo agevolerà il rapporto tra i suoi eletti e gli elettori, in entrambe le

direzioni. Il PD sarà orgoglioso dei suoi eletti, frutto del proprio lavoro di selezione e formazione, e gli eletti del PD saranno orgogliosi della loro comunità, rispettando il lavoro di elaborazione politica fatto  con il territorio, ascoltando le critiche e le istanze, mantenendo un contatto costante per poter comunicare efficacemente il lavoro svolto e per raccogliere le sollecitazioni. Il PD che costruiremo non avrà timore del confronto, anche aspro, tra base e dirigenza, ma i “panni sporchi vanno lavati in casa” e dopo il confronto il partito dovrà compattarsi intorno ai suoi rappresentanti. Basta personalismi sui social e sui media.

Un partito a rete e non a piramide

Cambieremo la struttura del Partito. Nel 2019 non ha più senso una struttura gerarchica.

Il mondo è cambiato, anche grazie a Internet, e abbiamo imparato che la chiave del progresso sta nella collaborazione. Il PD del FVG valorizzerà il rapporto tra pari, lo scambio di pratiche, la sperimentazione di nuove forme di inclusione.

Il PD sarà un partito a rete che usa la Rete. Non esiste una divisione netta tra attività on-line e sul

territorio e l’azione del PD integrerà i due aspetti in modo da migliorare partecipazione e

comunicazione.

Vogliamo sperimentare, valorizzando la natura federale del PD e chiedendo per il PD del FVG uno

statuto autonomo, che riconosca la specialità della nostra Regione e ci permetta di essere laboratorio anche per il partito nazionale.

Anche il voto online, realizzato con professionalità e usato solo nei casi in cui sono previste votazioni palesi, potrà essere uno strumento da usare per aumentare la partecipazione e la collaborazione.

Sperimenteremo, all’interno degli organi del partito, forme di democrazia liquida in cui chi ha diritto di voto può decidere di delegare un altro su una determinata materia o per un determinato periodo di tempo, in modo da aumentare la partecipazione e la competenza degli organismi, pur rispettando il principio democratico.

Fare opposizione: un partito per la solidarietà, contro il nazionalismo

Crediamo nell’Europa dei popoli, non burocratica, ma democratica e siamo convinti che per curare gli interessi degli italiani e, in particolare, degli abitanti del Friuli Venezia Giulia sia necessario rafforzare i rapporti di amicizia e collaborazione con gli altri Paesi.

Il nazionalismo è una reazione di chiusura dettata dalla paura che di certo non risolve i problemi, ma li aggrava. La tutela degli interessi dei lavoratori e delle fasce deboli della popolazione va perseguita a livello europeo tramite la collaborazione, non la competizione: per questo motivo il PD del FVG nei  prossimi anni dovrà rafforzare i rapporti con i partiti di centro sinistra della Slovenia e dell’Austria.

La solidarietà sarà il nostro primo obiettivo. La guida è il secondo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,  limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Solidarietà nei confronti di chi parte in svantaggio rispetto agli altri. Tornare a dare voce e

rappresentanza, oltre che speranza, a chi non l’ha avuta, ma anche solidarietà nei confronti di chi ancora non è nato, e quindi attenzione all’ambiente e alla sostenibilità delle nostre azioni, pur continuando ad abbracciare il progresso puntando su cultura, educazione, formazione e ricerca.

Paolo Coppola candidato segretario regionale