Un documento politico sui temi del lavoro è in agenda del Consiglio provinciale su proposta dei gruppi di Maggioranza. Il documento è sintesi dell’attenzione che è stata prestata nel corso dei mesi al reiterarsi di crisi occupazionali, con dati assolutamente preoccupanti per il numero di posti di lavoro coinvolti nell’Isontino. La posizione politica punta il dito su un mercato del lavoro le cui difficoltà si ribaltano sulla coesione sociale, sulle dinamiche famigliari e individuali, calpestando le capacità e la dignità dei lavoratori. Ma quali sono i problemi principali che vengono individuati? Aldilà delle scelte nazionali sulla politica del lavoro, è necessario in primo luogo recuperare una capacità del territorio di mettersi in rete: rinsaldare una forte sinergia tra la Regione , le istituzioni locali, le parti sociali e le categorie economiche, con un obiettivo comune individuato nello sviluppo dell’economia, nel sostegno all’innovazione e alla formazione mirata, nella creazione di posti di lavoro. Vorremmo si partisse da una forte presa di posizione del Patto territoriale. Esistono strumenti immediatamente disponibili? La Riforma delle politiche industriali –RilancimpresaFVG- può essere motore di un insieme di azioni di supporto, al fine di garantire attrattività al territorio. In questo senso è strategica la partita del riordino dei Consorzi Industriali che può permettere all’Isontino di rafforzare il proprio ruolo baricentrico, mettendo in rete un’eccellenza a livello regionale quale è il Consorzio di Monfalcone.

Grandi aspettative anche rispetto alla decisione, sollecitata anche dalla Provincia, in base alla quale la Giunta regionale ha classificato l’Isontino tra le aree a crisi diffusa delle attività produttive, creandosi la possibilità di una sinergia delle risorse locali (tra le quali il Fondo Gorizia) con la progettualità europea 2014-2020 sui temi del lavoro e dell’economia. Quali risposte attraverso le politiche attive del lavoro? Gli strumenti operativi (i centri per l’impiego) vanno ormai verso il trasferimento all’Agenzia regionale del lavoro. Non deve essere solo un cambio di titolarità. Ci aspettiamo continuità rispetto all’azione territoriale dei Centri e il rafforzamento sostanziale della capacità di essere osservatorio del mercato del lavoro locale, favorendo conoscenza dei bisogni formativi e avvicinamento tra domanda e offerta.

Che significato dare alla presenza di Fincantieri? Certamente non è solo una grande realtà industriale, ma resta una grande opportunità per l’Isontino tanto più se l’indotto troverà la capacità di fare sistema e di qualificarsi al meglio. Su questo si può lavorare. Certamente la “grande fabbrica” non è scevra da impatti sociali negativi, ci aspettiamo che l’auspicato e necessario dialogo con il territorio, impostato anche sul bilancio sociale dell’impresa, possa produrre frutti positivi legati ad esempio al bilancio ambientale, ad una maggiore capacità di controllo della filiera degli appalti, con riferimento alla clausola sociale e alla massima trasparenza. Alessandro Zanella, capogruppo PD in Consiglio provinciale.