Galeotte furono le dichiarazioni dell’ex sindaco di Ronchi dei Legionari, Roberto Fontanot, che, nei giorni scorsi, ha nuovamente sdoganato la commemorazione della marcia su Fiume, partita il 12 settembre del 1919 con in testa Gabriele D’Annunzio. La segreteria cittadina e quella provinciale del Partito Democratico, ora, ne chiedono le dimissioni. «Fontanot, è bene ricordarlo – sono le parole di Savio Cumin e Diego Moretti – non è retribuito dalle casse comunali per speculare dottamente sulla storia, bensì per coordinare, da assessore, la Polizia locale, la Protezione civile, l’edilizia privata e i rapporti mandamentali. Finora, al riguardo, la sua azione amministrativa, pur mensilmente compensata, è stata totalmente svogliata e improduttiva, motivo per cui, se l’ex sindaco avesse un briciolo di dignità politica, dovrebbe dimettersi, godersi la pensione maturata e lasciare spazio a giovani ben più motivati e volenterosi di lui. Seguendo, tanto per fare un nome – proseguono – il virtuoso esempio del già primo cittadino di San Canzian, Silvia Caruso». Una richiesta forte, che arriva dopo anni di furiose battaglie tra il Pd, di cui Fontanot faceva parte (nella foto accanto a Renzi)e lo stesso ex sindaco, più volte criticato per le posizioni assunte, nel 2016, durante la campagna elettorale che relegò proprio il dem all’opposizione, facendo vincere Livio Vecchiet. Sulla questione dannunziana, poi, al centro del dibattito agostano, il Pd ronchese e provinciale, condivide e apprezza la posizione dell’Anpi. «Una realtà – sono ancora le parole di Cumin e Moretti – sempre attenta a tutelare la tradizione democratica e antifascista della comunità e ben lontana dall’obiettivo di strumentalizzare le vicende storiche di cento anni fa, come avviene, al contrario, in certi ambienti estremisti all’eterna ricerca di nemici e contrapposizioni. Le riflessioni pacificatrici dell’assessore Fontanot, per certi versi condivisibili, sono, come sempre gli accade, di pura convenienza politica. Ci chiediamo dov’era l’ex sindaco negli ultimi due anni, quando la Lega e la destra mandamentale hanno a più riprese strumentalizzato la ricorrenza locale del 12 settembre? Se ne stava opportunamente zitto per non polemizzare con lo schieramento del centrodestra, nel quale, non a caso, è stato candidato alle ultime elezioni regionali, salvo, poi, ottenere una sonora bocciatura dai cittadini». La battaglia continua. E si fa ancora più aspra.