«Nel limbo 188 vincitori di concorso per oss» Il Pd interroga la giunta

«Nel limbo 188 vincitori di concorso per oss» Il Pd interroga la giunta

«In un momento di forte incertezza per il personale della sanità, 188 vincitori del concorso per operatori socio sanitari sono stati abbandonati nel limbo, ancora in attesa dell’assunzione». A denunciarlo è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, che per fare chiarezza sui futuri esiti del bando indetto dall’Egas a fine 2017 per assegnare 188 posti di operatore socio sanitario agli enti e aziende del servizio sanitario regionale, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga e all’assessore alla Salute Riccardo Riccardi. I 188 posti, spiega Moretti, «hanno già una destinazione definita: 55 per l’Asuiud, 50 per l’Aas 2, 45 per l’Aas 5, 22 per l’Asuits, 7 per l’Aas 3, 6 per l’Irccs Cro di Aviano e 3 per l’Irccs Burlo Garofolo di Trieste». «Per ora, l’unica cosa che emerge è che a causa della norma che impone alle Aziende sanitarie di ridurre dell’1,4 per cento il costo del personale, le singole Aziende sembra abbiano di fatto “congelato” tali assunzioni, attendendo disposizioni e valutazioni dall’assessorato». Va ricordato, continua Moretti, «che questi fabbisogni di personale sono stati a suo tempo segnalati dagli stessi enti come necessari al mantenimento dei servizi essenziali. Su queste assunzioni si erano dunque create legittime aspettative, considerato che mai fino a questi giorni c’era stato sentore di un “blocco”. Ora attendiamo dunque che Riccardi e Fedriga ci dicano con quali tempistiche potranno essere assunti i 188 vincitori del concorso».

Organici degli ospedali Moretti si schiera al fianco dei sindacati

Organici degli ospedali Moretti si schiera al fianco dei sindacati

Da Il Piccolo di oggi 7 Febbraio 2019

«Negli ultimi anni il centrodestra in Regione e nell’Isontino (i sindaci di Gorizia e Monfalcone su tutti) ci ha accusato in più occasioni di aver distrutto la sanità: uno dei motivi principali riguardava la carenza di personale e la mancanza di turnover (medici, infermieri e oss), che aveva svuotato o messo in grossa difficoltà reparti ospedalieri e presidi territoriali. Dal 2016 al 2018 però, nell’Azienda sanitaria isontina e nelle altre aziende della regione, vi è stato un numero importante di assunzioni di medici, infermieri e Oss, che ha aumentato di poco meno del 10% la spesa complessiva del personale in sanità».A dirlo è il consigliere regionale del Pd Diego Moretti. «Va ricordato, però, che il primo atto (comunicato per iscritto ai Dg delle Aziende) dell’amministrazione Fedriga, fu quello di bloccare le assunzioni in corso, affinché su tutte vi fosse l’autorizzazione regionale. Successivamente, con la legge regionale 27 del 2018 (che ha ridisegnato i confini delle Aziende sanitarie, con l’Aas isontina commissariata ed incorporata in quella triestina) e con le linee-guida 2019, la Regione ha dato l’indicazione alle Aziende di tagliare la spesa del personale 2019 di almeno l’1,4% rispetto al 2018. La prima conseguenza di tale situazione (sulla quale presenterò nei prossimi giorni all’assessore Riccardi una specifica interrogazione), è la recente sospensione sine die delle assunzioni di 188 Oss (delle quali 50 per l’Azienda 2), risultati idonei di un concorso pubblico iniziato a giugno e conclusosi a dicembre 2018 e per i quali la situazione – inaccettabile e sulla quale non ho letto di alcuna reazione né politica né sindacale – è di totale incertezza».Conclude Moretti: «A fronte di tutto ciò, dal centrodestra regionale, dai sindaci di Gorizia e Monfalcone, da alcuni sindacati autonomi della sanità (che prima strepitavano su tutto) totale e assoluto silenzio. Non è accettabile. È di questi giorni la notizia che Cgil e Uil isontine hanno minacciato di proclamare lo stato di agitazione se alla scopertura di personale (nell’isontino pari a poco più di un centinaio di persone) non vi dovesse essere posto rimedio. Il Pd isontino è al fianco dei sindacati».

Manifesti del Pd contro la soppressione dell’Azienda sanitaria

Manifesti del Pd contro la soppressione dell’Azienda sanitaria

  
Dal Il Piccolo di oggi 7 Febbraio 2019 

Controffensiva del Pd cittadino contro la Regione. «La sanità goriziana svenduta per un gioco di potere» è la forte denuncia che il partito ha affidato ad una serie di manifesti affissi in questi giorni, e ben visibili negli appositi spazi destinati alle affissioni dei gruppi consiliari. I manifesti fanno seg

uito agli allarmi lanciati dai consiglieri comunali Pd contro l’incorporamento dell’Azienda sanitaria goriziana in quella di Trieste, che i consiglieri del Partito democratico avevano denunciato da subito «sino al punto di presentare una mozione già a settembre invitando il Consiglio comunale a prendere posizione contro la decisione (poi trasformata in legge a dicembre su iniziativa della Giunta Fedriga) di sopprimere l’autonomia dell’azienda isontina e incorporarla a quella triestina».Per il Pd l’Azienda sanitaria è stata solo la «prima vittima» dell’intendimento di soppressione dell’autonomia dell’Isontino e per questo motivo i dem non intendono abbassare l’attenzione su questo tema considerato fondamentale. La sottomissione dell’Azienda sanitaria a Trieste «rischia, già dalle prossime settimane, di determinare il trasferimento di importanti figure professionali e specialità a Trieste e la mancata copertura dei posti vacanti, visto anche l’abnorme scelta di un commissariamento di così lunga durata da gettare nell’indeterminatezza operatori e cittadini. Dopo che in questi anni si era faticosamente riusciti a garantire risorse finanziarie adeguate al mantenimento di un’offerta sanitaria a forte prevalenza pubblica, vediamo con preoccupazione il rischio che ci sia uno scadimento dell’offerta e un’apertura al privato. E questo in uno scenario di impoverimento del territorio isontino e di Gorizia, di cui la soppressione dell’azienda sanitaria è il primo preoccupante segnale: davanti a questo scenario tutta la città dovrebbe levare gli scudi, il Partito democratico lo farà senz’altro».

Il Pd mette le mani avanti: «L’Isontino non si tocca Trieste non ci annetterà»

Il Pd mette le mani avanti: «L’Isontino non si tocca Trieste non ci annetterà»

I dem riuniti in assemblea hanno deciso non solo di mobilitare i circoli territoriali, ma anche di coinvolgere i propri amministratori locali

 

I dem dell’Isontino si schierano a difesa dell’unità territoriale dell’ex provincia di Gorizia, messa fortemente a rischio per il partito dalle ipotesi di nuovo riordino degli enti locali elaborate dall’amministrazione regionale a traino leghista.Riunitasi in questi giorni, sotto la guida del segretario provinciale Diego Moretti, l’assemblea del Pd isontino ha espresso innanzitutto una posizione di netta contrarietà a quella che definisce l’«annessione» del territorio isontino a Trieste o con il resto dell’area giuliana. In qualsiasi forma avvenga, quindi, sia quella della Provincia “speciale” allargata a tutto il territorio dell’ex provincia di Trieste o quella dell’area metropolitana (con smembramento in questo caso dell’Isontino).Per rendere la sua opposizione tangibile alla Regione, il Pd ha inoltre deciso di cercare di mobilitare non solo i propri circoli territoriali, ma anche i suoi amministratori locali. Entrambi verrano quindi invitati a promuovere sul tema, nel proprio territorio e in Consiglio comunale, ricercando il massimo consenso possibile, ogni iniziativa utile a tutelare l’autonomia politica e istituzionale dell’Isontino contro «ogni incorporazione, sia essa unitaria o “spezzettata”, all’area triestina o friulana», informando allo stesso tempo i propri cittadini. I dem isontini avvieranno infine con il partito regionale «un confronto su una nuova organizzazione istituzionale e territoriale regionale che tenga conto delle peculiarità storiche, linguistiche, sociali ed economiche dell’Isontino e dei territori contermini».Nel documento licenziato dall’assemblea del Pd non compaiono del resto difese d’ufficio della riorganizzazione messa in atto dalla precedente amministrazione regionale guidata dal centrosinistra. Sull’unità dell’Isontino, però, i dem non hanno mai cambiato rotta, come tiene a sottolineare il segretario provinciale e consigliere regionale Moretti, che ritene estremamente positivo quindi il pronunciamento all’unanimità del Consiglio comunale di Gorizia contro «l’annessione dell’Isontino a Trieste».«È quello che chiedevamo da tempo ed è quello che chiedemmo, senza successo, anche sulla sanità», ricorda. «Su questo, parlano gli atti politici e amministrativi di questi decenni: sull’unità dell’Isontino non abbiamo mai avuto ripensamenti, né tentennamenti», aggiunge, pur riconoscendo le ragioni della diversa posizione assunta da Monfalcone. «Al sindaco Cisint, che pare condividere la “proposta Roberti” di incorporazione dell’Isontino a Trieste – afferma Moretti -, dico che ha ragione, perché storicamente e per anni il Monfalconese, pur essendo il motore economico della provincia, non ha avuto le attenzioni che meritava, anche se non è più così da tempo, ma è proprio nell’unità istituzionale e politica dell’Isontino che sta la risposta alla valorizzazione del territorio».

I sindaci isontini a Roberti «Non accettiamo decisioni prese sulla nostra testa»

I sindaci isontini a Roberti «Non accettiamo decisioni prese sulla nostra testa»

La rabbia dei primi cittadini non convocati al vertice sulla riforma degli enti locali. Sono pronti a manifestare con la fascia tricolore

Sindaci isontini sul piede di guerra. «Dall’assessore regionale Roberti uno sgarbo che va ben oltre la forma già discutibile: non accetteremo decisioni prese sulla nostra testa e siamo pronti a dimostrarglielo».

Il caso politico è servito, in vista della riunione convocata per lunedì a Monfalcone dall’assessore regionale alle Autonomie Locali Pierpaolo Roberti per discutere il futuro assetto del sistema Regione-enti locali, con particolare riguardo – ca va sans dire – proprio per le questioni riguardanti l’Isontino. Una riunione alla quale però sarebbero stati invitati solamente i sindaci di appena 7 comuni su 25 della provincia di Gorizia: quelli dei due centri più popolosi (Gorizia e Monfalcone), quelli dei due meno popolati (Dolegna del Collio e Doberdò), di San Floriano del Collio in rappresentanza della comunità di lingua slovena, ed infine i due primi cittadini delle municipalità che rappresentano il territorio in seno al Consiglio delle Autonomie Locali, Cormons e Grado. Un criterio che non è affatto piaciuto alla stragrande maggioranza dei sindaci dei comuni rimasti esclusi dal “vertice”, già preoccupati dal temuto smembramento della provincia e dalla possibile “annessione” a Trieste, e ora spiazzati da quello che definiscono un vero e proprio sgarbo istituzionale. Si sono ritrovati ieri in municipio a Gradisca non solo per esprimere contrarietà al metodo adottato dall’esponente della giunta Fedriga («sconcertati» e «basiti» i due aggettivi più utilizzati) ma per annunciare un’immediata e clamorosa controffensiva se la situazione non rientrerà nelle prossime 24 ore: «A quell’incontro siamo pronti a recarci ugualmente, con tanto di fascia tricolore». «Dell’incontro di Monfalcone – hanno spiegato due dei portavoce della “levata di scudi”, Linda Tomasinsig per Gradisca e Davide Furlan per Romans – i sindaci della Destra Isonzo sono stati informati grazie alla correttezza istituzionale del primo cittadino di Cormons, Roberto Felcaro. Addirittura all’oscuro di tutto invece quelli della Sinistra Isonzo». «Un atteggiamento intollerabile – fanno eco il sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan, e di Savogna Alenka Florenin – da parte di chi a parole aveva assicurato di voler coinvolgere tutti i comuni nella concertazione sul futuro del territorio. Non siamo ancora entrati nel merito di una riforma di cui non si sa nulla, che già manca il rispetto per i cittadini e dei loro rappresentanti: non certo un grande inizio». Presente al “patto fra i sindaci” di Gradisca anche il primo cittadino di Grado, Dario Raugna che – pur formalmente invitato da Roberti – preannuncia di essere pronto a rimanere fuori dal summit per solidarietà ai colleghi. «La sede istituzionale per un incontro tanto delicato è la Regione, o al limite Gorizia in quanto capoluogo – argomenta Raugna -. E forse proprio dal sindaco Ziberna ci saremmo attesi, e ci attendiamo ancora, un salto di qualità e di personalità».
Sanità: Moretti (Pd), con ok a Nue Giunta Fedriga scopre le carte

Sanità: Moretti (Pd), con ok a Nue Giunta Fedriga scopre le carte

«Dopo aver strumentalizzato spudoratamente la nostra riforma sanitaria ora la Giunta Fedriga scopre le carte. Non solo non hanno fatto nulla, salvo aver umiliato territori come l’Isontino e l’Alto Friuli, ma ora è proprio chi hanno scelto per dirigere la nuova azienda zero a confermare che le nostre scelte erano giuste». A dirlo è il Segretario Provinciale del Pd, Diego Moretti commentando le dichiarazioni del neo commissario dell’Azienda Regionale di coordinamento per la salute (Arcs), Nicola Zavattaro.

«Scegliendo come dirigente dell’azienda zero chi è stato direttore amministrativo di Areu, (l’Agenzia regionale emergenza urgenza della Regione Lombardia), la Giunta Fedriga conferma la nostra impostazione sul Nue. Parliamo della stessa persona che ha gestito il numero unico in Lombardia, il modello a cui ci siamo ispirati. Su questo il centrodestra ha condotto in passato una guerra senza quartiere, oggi invece sostiene quello stesso modello. Il fatto che il commissario Arcs promuova degli assi portanti nostra riforma, dall’accorpamento ospedale-territorio al Nue, la dice lunga su quanto siano stati strumentali, in passato, gli attacchi del centrodestra». Il numero unico 112, continua Moretti, «ricalca il modello lombardo, dal quale siamo partiti per dare vita allo stesso servizio».

«Che il territorio vada rafforzato siamo tutti d’accordo e Cap e infermieri di comunità sono una faccia della stessa medaglia. Ma non va dimenticato che se il Cap di Gorizia non funziona, a differenza di quello di Grado che funziona, è perché non tutti i soggetti hanno lavorato per farli funzionare, salvo poi sparare contro la riforma in maniera strumentale. Un atteggiamento quantomai discutibile, ancor più pensando che di mezzo c’è la salute pubblica».

«Cerimonia ridimensionata grazie alle nostre pressioni»

«Cerimonia ridimensionata grazie alle nostre pressioni»

E proprio sull’attacco verbale di un gruppetto di manifestanti nei confronti del Pd – reo a loro giudizio di «essere stato il partito che più ha fatto per sdoganare il fascismo» interviene il segretario isontino Diego Moretti. «Dispiace, soprattutto perché parliamo di contestazioni assolutamente strumentali e assurde.
La realtà è che sabato a parte quei pochi contestatori abbiamo visto una piazza unita, tante persone e anche molti giovani, al contrario di quanto pensa Ziberna.  E anche se la manifestazione si fosse svolta davanti al Municipio sono convinto che da parte di tutti gli antifascisti ci sarebbe stata una protesta totalmente pacifica, proprio come è avvenuto in piazza Vittoria».

 

 

 

 

Reddito di cittadinanza: la bufala della disabilità

Reddito di cittadinanza: la bufala della disabilità

Pubblichiamo il comunicato stampa inviatoci da: http://www.fishonlus.it/

 

Reddito di cittadinanza: la bufala della disabilità

Uno degli impegni più severi nelle prossime ore sarà quello di spiegare alla nostra gente come – al di là degli annunci e dei giochi con i numeri e le parole – la disabilità sia stata ignorata nel decreto sul reddito di cittadinanza.” Così commenta Vincenzo Falabella, Presidente FISH, il testo del decreto legge approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri e su cui FISH aveva chiesto con decisione emendamenti volti a migliorarne i contenuti che non sono stati accolti nemmeno in minima parte.

Alle moltissime persone che già ci contattano in queste ore andrà innanzitutto spiegato che l’annunciato aumento delle pensioni di invalidità non trova alcuna concretezza nella misura approvata dal Governo.”

Ma non è tutto: per come è articolato il testo, i nuclei in cui sono presenti persone con disabilità, titolate di pensione di invalidità civile, verranno inequivocabilmente trattati meno favorevolmente delle famiglie in cui non sia presente una persona non autosufficiente o con disabilità. E questo a identica situazione di povertà assoluta.

Perché? Il gioco è molto semplice: – prosegue Falabella – vengono considerate alla stregua di un reddito le stesse pensioni di invalidità, criterio che avevamo chiesto fosse espunto dal decreto. Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo.” L’apparente contrasto sul “nodo disabili” fra le due forze di maggioranza non ha prodotto alcuna modificazione sostanziale alla bozza del decreto.

Il Ministro Di Maio però ha dichiarato che il reddito di cittadinanza riguarda anche circa 250mila nuclei in cui sia presente una persona con disabilità. “Si gioca con i numeri: in Italia, e ce lo dice ISTAT, esistono 1.700.000 nuclei in condizione di povertà assoluta. Questi rappresentano, per dichiarazione dello stesso Governo, la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza. All’interno di quei nuclei poveri assoluti vi sono anche persone con quella disabilità che è una delle prime cause di impoverimento. Quando il Governo, in tutte le sue componenti, è stato messo alle strette dalle nostre serrate critiche, il Ministero del Lavoro ha effettuato un sommario controllo sulla banca dati ISEE scoprendo che vi è un numero consistente di famiglie sotto la soglia di 9.360 euro con una persona con disabilità al loro interno. Appurato tardivamente ciò, invece di elaborare risposte congruenti, ha usato il dato a fini propagandistici lasciando inalterati quei criteri che trattano meno favorevolmente proprio quei nuclei.”

I risultati sono quindi evidenti: nessun propagandato aumento delle pensioni di invalidità e l’importo del reddito di cittadinanza sarà, in tutti i casi, più basso quando in famiglia c’è un disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane che percepisce una borsa lavoro.

Di fronte a queste evidenze – conclude il presidente Falabella – non ci resta che chiamare a raccolta le nostre associazioni e tutte le organizzazioni dell’impegno civile e chiedere con forza al Parlamento di censurare e modificare quel testo visto che il Governo ha pedissequamente ignorato ogni ragionevole richiesta di emendamento!”

 

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Enti locali: Moretti (Pd), disegno folle di Roberti, con nuove Province, isontino fatto a pezzi

Enti locali: Moretti (Pd), disegno folle di Roberti, con nuove Province, isontino fatto a pezzi

«Ritornare alle Province elettive è assurdo e antistorico. Proporre un disegno dove l’isontino o viene assorbito da Trieste o ne esce fatto a pezzi è del tutto folle e dimostra, ancora una volta, la considerazione pari a “zero” che la Giunta Fedriga ha del nostro territorio. Tutto questo avviene sotto il silenzio degli esponenti del centrodestra locale». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, commentando le dichiarazioni dell’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti sulla volontà di ricostituire nuove Province elettive.

«È agghiacciante la visione che Roberti ha della Città metropolitana di Trieste: Gorizia da una parte come Provincia, Monfalcone dall’altra, inglobata nella Città metropolitana. Salvo, dice l’assessore, ascoltare tutti preventivamente. Il mantra dell’ascolto che abbiamo sentito per mesi è una colossale presa in giro, mantra al quale crede solo lui. Poi quello che succede è che ai sindaci ci si passa sopra, gli alleati invece abbassano la testa. Così è stato per la Sanità, dove l’isontino è stato svenduto a Trieste, con i sindaci Cisint, Felcaro e Ziberna nella parte degli spettatori. Così è chiaro che avverrà per gli Enti locali, con un modello ricopiato in maniera simile se non identica». Secondo Moretti, «sono proprio questi sindaci, per primi, che dovrebbero sostenere gli interessi del territorio. A parole sembrano leoni, peccato che alla prova dei fatti non sono stati più che docili e fedeli agnellini, succubi ai piedi di Fedriga e Roberti. Dovrebbero difendere i loro territori, ma invece difendono esclusivamente gli interessi dei propri partiti. Noi non staremo da quella parte».