Covid-19 – cinque ordini del giorno respinti senza un perché: occasione persa

Covid-19 – cinque ordini del giorno respinti senza un perché: occasione persa

Gorizia, 2 aprile – L’approvazione all’unanimità del secondo disegno di legge legato all’emergenza Coronavirus, il ddl n. 85, è stato l’ennesimo segnale di collaborazione da parte dei gruppi politici del Consiglio regionale. Pur contenendo anche norme che con l’emergenza non c’entrano nulla (su tutte il prolungamento delle elezioni del 2021 al 2022), il voto favorevole del nostro gruppo al ddl nel suo insieme conferma il senso di responsabilità di fronte ad una situazione emergenziale mai vissuta prima. Peccato che la Giunta e la maggioranza abbiano respinto cinque ordini del giorno (sui sette presentati) che contenevano indicazioni costruttive e collaborative sui temi in discussione. Tra questi, uno conteneva la possibilità di concedere anche alle famiglie con disabili la possibilità di uscire di casa con procedure semplificate (senza certificati medici specifici ma con il solo certificato di disabilità che già contiene la necessità di accompagnamento), ma inspiegabilmente è stato, assieme agli altri, respinto.

Si può uscire – giustamente – per portare il cane a fare i propri bisogni, ma non il resto. Davvero un peccato, un’occasione persa…

Scarica e leggi gli ordini del giorno respinti da Fedriga:

ddl 85 odg 1

ddl 85 odg 2

ddl 85 odg 3

ddl 85 odg 4

ddl 85 odg 6

La regione non puo’ lasciare soli i sindaci dell’isontino ne’ sui dati dei contagi sul proprio territorio, ne’ a definire un criterio per la distribuzione delle mascherine

La regione non puo’ lasciare soli i sindaci dell’isontino ne’ sui dati dei contagi sul proprio territorio, ne’ a definire un criterio per la distribuzione delle mascherine


Gorizia, 28 marzo – Non è tempo di polemiche (anche se a livello nazionale Salvini e Meloni non perdono occasione per attaccare il Governo su qualsiasi questione e specularne politicamente), ma alcune cose vanno precisate:

  • Dopo aver promesso “due mascherine ad ogni cittadino del FVG”, in questi giorni i vertici politici della Regione hanno informato i Sindaci che esse arriveranno diluite in un periodo di alcune settimane, scaricando su questi la definizione delle priorità di assegnazione. Credo che non sia compito di un primo cittadino definire priorità di distribuzione senza avere alla base un criterio tecnico-scientifico cui attenersi, con il rischio di una guerra tra poveri;
  • Non è possibile che i Sindaci isontini, a diversi giorni dal pronunciamento favorevole della Protezione Civile, non siano in grado di conoscere i casi di positività e quarantena del proprio territorio, così da poter organizzare con i volontari quei servizi di supporto necessari in questi casi. Ciò, mentre in altre zone della Regione i Sindaci sono quotidianamente informati dalla rispettiva Azienda Sanitaria di quanto accade nei loro Comuni. Mi chiedo allora dove sta l’uniformità di comportamento su tali temi a livello regionale?

Queste sono due situazioni che il nostro gruppo consiliare in Regione ha già segnalato ai vertici della Regione, perché non può pensare di lasciare soli gli amministratori locali senza strumenti di azione in questa delicata e drammatica fase economica e sanitaria per il Paese.

CLASSE DEMOCRATICA: riprendono i corsi di formazione

CLASSE DEMOCRATICA: riprendono i corsi di formazione

Martedì prossimo 5 novembre riprende l’attività di Classe Democratica, la Scuola di formazione che come Partito Democratico isontino abbiamo istituito a luglio, rivolta in primis a neo-amministratori locali e persone che si avvicinano alla politica. La seconda sessione 2019 (divisa in tre incontri) inizierà martedì 5 con Davide Furlan – Sindaco di Romans d’Isonzo – che parlerà di Società Partecipate degli enti locali, proseguirà il 19 novembre con Mariagrazia Santoro – consigliere regionale – che si occuperà di Strumenti di pianificazione del territorio, e si concluderà il 3 dicembre con Sara Vito – Responsabile Ambiente del Partito regionale – che tratterà di Politiche Ambientali degli enti locali. Gli incontri si terranno tutti presso la Sala polifunzionale del Consorzio di Bonifica Pianura Isontina di Ronchi dei Legionari (via Duca d’Aosta) dalle 18,30 alle 20,00

Enti locali: Moretti, 1.300 firme per rivendicare tutela isontino

Enti locali: Moretti, 1.300 firme per rivendicare tutela isontino

Consegnata petizione a Zanin. «Ora vedremo capacità di ascolto del cdx»

 

 

UDINE 04.06.19. «Dagli spezzatini o dalle annessioni annunciate sulla riforma degli enti locali, dopo quanto accaduto sulla Sanità, da Fedriga e dal centrodestra solo umiliazioni per il territorio isontino. Ora, sulla prossima, annunciata ma non ancora formalizzata, riforma delle autonomie locali, si dia ascolto vero alla voce di ben 1.300 persone che hanno sottoscritto la petizione per la tutela dell’Isontino». A dirlo è il consigliere regionale e segretario del Pd isontino Diego Moretti che oggi, insieme al presidente dell’assemblea provinciale del Pd di Gorizia Alessandro Zanella, ha consegnato al presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, una petizione con circa 1.300 firme per la tutela, la valorizzazione e l’unità del territorio isontino.

«Finora, dagli atteggiamenti e dalle dichiarazioni di intenti della Giunta e del centrodestra, non c’è stato nulla di positivo per il territorio isontino: passate le elezioni amministrative (tanto per non scontentare nessuno), come garantito dal centrodestra, la riforma degli enti locali dovrebbe arrivare nell’agenda dei lavori del Consiglio. Vedremo di quale ascolto sarà capace la maggioranza regionale e di come darà seguito o meno alle istanze espresse da un intero territorio». Infatti, come ha ricordato anche Zanella (primo firmatario della petizione), «questa è un’azione politica dove il Pd inizialmente ha avuto un ruolo propulsivo, per poi svilupparsi in maniera pressoché trasversale, esprimendo una volontà di tutto il territorio». I contenuti della petizione sono infatti presenti nelle singole mozioni votate dai 25 Consigli comunali dell’isontino in questi ultimi mesi: «speriamo che questo sia tenuto in considerazione dalla Giunta regionale e da tutto il centrodestra, trattandosi della volontà di un intero territorio espressa attraverso i massimi organi elettivi locali» ha sottolineato Moretti.

La petizione, chiede al presidente della Regione e a quello del Consiglio di:

intraprendere tutte le iniziative possibili atte a valorizzare e a tutelare i confini territoriali isontini, nonché il patrimonio e le identità espresse all’interno di quest’area dall’insieme dei suoi comuni;

Promuovere ogni iniziativa mirata a tutelare l’autonomia politica e amministrativa dell’Isontino;

Coinvolgere, nel processo di nuova identificazione dell’autonomia isontina, tutte le amministrazioni comunali dell’area isontina attraverso un approccio che parta dal basso e consideri le specificità economiche, linguistiche e amministrative dell’area interessata.

I sindaci isontini a Roberti «Non accettiamo decisioni prese sulla nostra testa»

I sindaci isontini a Roberti «Non accettiamo decisioni prese sulla nostra testa»

La rabbia dei primi cittadini non convocati al vertice sulla riforma degli enti locali. Sono pronti a manifestare con la fascia tricolore

Sindaci isontini sul piede di guerra. «Dall’assessore regionale Roberti uno sgarbo che va ben oltre la forma già discutibile: non accetteremo decisioni prese sulla nostra testa e siamo pronti a dimostrarglielo».

Il caso politico è servito, in vista della riunione convocata per lunedì a Monfalcone dall’assessore regionale alle Autonomie Locali Pierpaolo Roberti per discutere il futuro assetto del sistema Regione-enti locali, con particolare riguardo – ca va sans dire – proprio per le questioni riguardanti l’Isontino. Una riunione alla quale però sarebbero stati invitati solamente i sindaci di appena 7 comuni su 25 della provincia di Gorizia: quelli dei due centri più popolosi (Gorizia e Monfalcone), quelli dei due meno popolati (Dolegna del Collio e Doberdò), di San Floriano del Collio in rappresentanza della comunità di lingua slovena, ed infine i due primi cittadini delle municipalità che rappresentano il territorio in seno al Consiglio delle Autonomie Locali, Cormons e Grado. Un criterio che non è affatto piaciuto alla stragrande maggioranza dei sindaci dei comuni rimasti esclusi dal “vertice”, già preoccupati dal temuto smembramento della provincia e dalla possibile “annessione” a Trieste, e ora spiazzati da quello che definiscono un vero e proprio sgarbo istituzionale. Si sono ritrovati ieri in municipio a Gradisca non solo per esprimere contrarietà al metodo adottato dall’esponente della giunta Fedriga («sconcertati» e «basiti» i due aggettivi più utilizzati) ma per annunciare un’immediata e clamorosa controffensiva se la situazione non rientrerà nelle prossime 24 ore: «A quell’incontro siamo pronti a recarci ugualmente, con tanto di fascia tricolore». «Dell’incontro di Monfalcone – hanno spiegato due dei portavoce della “levata di scudi”, Linda Tomasinsig per Gradisca e Davide Furlan per Romans – i sindaci della Destra Isonzo sono stati informati grazie alla correttezza istituzionale del primo cittadino di Cormons, Roberto Felcaro. Addirittura all’oscuro di tutto invece quelli della Sinistra Isonzo». «Un atteggiamento intollerabile – fanno eco il sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan, e di Savogna Alenka Florenin – da parte di chi a parole aveva assicurato di voler coinvolgere tutti i comuni nella concertazione sul futuro del territorio. Non siamo ancora entrati nel merito di una riforma di cui non si sa nulla, che già manca il rispetto per i cittadini e dei loro rappresentanti: non certo un grande inizio». Presente al “patto fra i sindaci” di Gradisca anche il primo cittadino di Grado, Dario Raugna che – pur formalmente invitato da Roberti – preannuncia di essere pronto a rimanere fuori dal summit per solidarietà ai colleghi. «La sede istituzionale per un incontro tanto delicato è la Regione, o al limite Gorizia in quanto capoluogo – argomenta Raugna -. E forse proprio dal sindaco Ziberna ci saremmo attesi, e ci attendiamo ancora, un salto di qualità e di personalità».
Enti locali: Moretti (Pd), disegno folle di Roberti, con nuove Province, isontino fatto a pezzi

Enti locali: Moretti (Pd), disegno folle di Roberti, con nuove Province, isontino fatto a pezzi

«Ritornare alle Province elettive è assurdo e antistorico. Proporre un disegno dove l’isontino o viene assorbito da Trieste o ne esce fatto a pezzi è del tutto folle e dimostra, ancora una volta, la considerazione pari a “zero” che la Giunta Fedriga ha del nostro territorio. Tutto questo avviene sotto il silenzio degli esponenti del centrodestra locale». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, commentando le dichiarazioni dell’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti sulla volontà di ricostituire nuove Province elettive.

«È agghiacciante la visione che Roberti ha della Città metropolitana di Trieste: Gorizia da una parte come Provincia, Monfalcone dall’altra, inglobata nella Città metropolitana. Salvo, dice l’assessore, ascoltare tutti preventivamente. Il mantra dell’ascolto che abbiamo sentito per mesi è una colossale presa in giro, mantra al quale crede solo lui. Poi quello che succede è che ai sindaci ci si passa sopra, gli alleati invece abbassano la testa. Così è stato per la Sanità, dove l’isontino è stato svenduto a Trieste, con i sindaci Cisint, Felcaro e Ziberna nella parte degli spettatori. Così è chiaro che avverrà per gli Enti locali, con un modello ricopiato in maniera simile se non identica». Secondo Moretti, «sono proprio questi sindaci, per primi, che dovrebbero sostenere gli interessi del territorio. A parole sembrano leoni, peccato che alla prova dei fatti non sono stati più che docili e fedeli agnellini, succubi ai piedi di Fedriga e Roberti. Dovrebbero difendere i loro territori, ma invece difendono esclusivamente gli interessi dei propri partiti. Noi non staremo da quella parte».

SULLA SANITA’ REGIONALE E’ CALATO L’OSCURANTISMO DELLA CONTRORIFORMA.

SULLA SANITA’ REGIONALE E’ CALATO L’OSCURANTISMO DELLA CONTRORIFORMA.

Dopo mesi di attesa speravamo di trovarci davanti una proposta su cui ragionare, invece la “Controriforma della Sanità” targata Riccardi è un colpo al cuore della sanità regionale e un vero e proprio pugno allo stomaco di quella isontina.

Lo smembramento della sanità dell’intera provincia di Gorizia è servito, alla faccia dei due litiganti Ziberna-Cisint, incapaci di elaborare una proposta condivisa, il terzo se la gode, ed in questo caso, in pieno stile centrodestra, il terzo sarà il privato convenzionato.

L’azzeramento delle strutture di Gorizia e Monfalcone mette chiaramente in luce tutta la debolezza della classe politica del centrodestra provinciale, che soccombe ai ben più strutturati interlocutori triestini, scelti e tutelati dal governatore Fedriga in persona. Altro che ritorno all’Azienda Isontina, lungamente vagheggiato dai forzisti goriziani, e ancor meno capiterà ai leghisti monfalconesi di rivedere i blitz della sindaca Cisint nelle corsie dell’ospedale cittadino, andrà tutto bene, perché non ci sarà più nulla da difendere.

Asservire Gorizia e Monfalcone a Trieste significherà anche obbligare l’intera cittadinanza isontina a farsi carico dei disagi generati dalla difficoltà viabilistica e di parcheggio in cui i tre ospedali triestini sono letteralmente immersi.
Nessuno nega che la riforma della sanità introdotta dal centrosinistra necessita ancora di aggiustamenti, soprattutto dal punto di vista organizzativo, ha però il grande merito di porre al centro le necessità dei cittadini e i servizi di prossimità, fondamentali data l’età media della popolazione regionale; ma soprattutto identifica chiaramente come prioritaria ed adeguatamente finanziata la sanità pubblica, generando così in legge, oltre che nei fatti, la prospettiva di un sistema che ha gli strumenti per migliorarsi e continuare a crescere.

I disastri che questa controriforma genererà purtroppo sono a livello regionale e vanno ben al di là del solo territorio della provincia di Gorizia.  Con la sua controriforma Riccardi riesce in un sol colpo a distruggere il sistema della sanità pubblica regionale, per anni fiore all’occhiello di questa regione, e a smantellare a macchia di leopardo i servizi territoriali lasciando l’intera regione alla mèrce del migliore offerente privato.

E’ già, perché il privato arriva solo dove ci sono spazi di mercato da prendersi, quindi il primo risultato della controriforma di Riccardi che tutti toccheremo con mano, sarà l’immediato depauperamento di ciò che ora funziona bene. Una storia già vista, il sistema americano insegna, al pubblico resteranno il pronto soccorso e tutto ciò su cui è impossibile fare budget, al privato convenzionato il resto.

Una sanità privata con livelli di offerta strutturati per censo per i diversamente abbienti, per tutti gli altri un sistema pubblico al quale verranno destinate sempre meno risorse e che, secondo le regole del mercato, sarà sempre meno appetibile anche per medici, professionisti e personale sanitario in genere.

Il Segretario Provinciale del Pd di Gorizia
Silvia Caruso

L’Assemblea provinciale del PD: coordinare tutte le forze progressiste, democratiche e civiche isontine

L’Assemblea provinciale del PD isontino, nella sua ultima assemblea di martedì scorso 4 luglio, ha approvato l’ordine del giorno proposta dal Segretario provinciale Marco Rossi per giungere ad un coordinamento tra tutte le forze progressiste, democratiche, civiche isontine, a fronte dell’iniziativa politica del centrodestra che si caratterizza per la netta volontà di non condividere le scelte con gli altri Comuni, in una logica di localismo e divisione anziché di integrazione e collaborazione fra i territori.

Di seguito il testo dell’Ordine del giorno approvato all’unanimità dai delegati presenti:

I risultati elettorali degli ultimi due anni hanno profondamente mutato il quadro politico nel territorio isontino. Ciò determina un sostanziale arretramento delle posizioni del PD e della sua capacità di incidere sulla direzione politica del territorio: un ruolo che in passato è stato possibile svolgere grazie all’uniforme colore politico di molte amministrazioni.
Anzi, l’iniziativa politica delle amministrazioni a guida centrodestra si caratterizza per la netta volontà di non condividere le scelte con gli altri Comuni, in una logica di localismo e divisione anziché di integrazione e collaborazione fra i territori.
Per queste ragioni, l’Assemblea provinciale del PD, consapevole del mutato quadro politico e della necessità di rafforzare il campo delle amministrazioni civiche e di centrosinistra che si oppongono a questa visione, non da ultimo con un documento sottoscritto da 18 sindaci isontini in opposizione alla politica del Centrodestra sulle partecipate isontine,
– DÀ MANDATO alla Segreteria in coordinamento con gli amministratori locali, di sviluppare entro settembre un’iniziativa politica per favorire la nascita di un coordinamento tra tutte le forze
progressiste, democratiche e civiche isontine, che siano in maggioranza o all’opposizione, favorendo in questo modo la costituzione di un più ampio campo democratico nel nostro territorio.
– Tale obiettivo potrà essere raggiunto con un coordinamento che va oltre i confini degli amministratori iscritti al PD, e con la stesura di un Manifesto programmatico condiviso tra tutte le
liste civiche, democratiche e progressiste che vorranno partecipare alla sua formulazione.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’
Gradisca d’Isonzo, 4 luglio 2017

Il PD di Staranzano sulla fusione: appello al voto consapevole

Lontano dalle accuse lanciate a mezzo stampa, anche a Staranzano si discute del referendum sulla possibile fusione. Domenica scorsa il tema è stato al centro dell’assemblea degli iscritti al circolo del Partito Democratico. “Indubbiamente il quadro politico in questi ultimi due anni ha subito un forte cambiamento con la legge regionale sul riordino delle Autonomie Locali che, partendo dal superamento delle Province, ridisegna un sistema duale Regione – Comuni, con i Comuni inseriti in un sistema di Unioni intercomunali (UTI) – ricorda la segretaria di Staranzano Antonella Bolletti -Unioni, quindi, come nuova modalità di ‘fare insieme’: la sfida è importante e sarà un periodo impegnativo per le nostre Amministrazioni, che il PD si impegna convintamente a sostenere”.
Gli intervenuti lo hanno ricordato: gli attuali approfondimenti sul tema fusione non possono prescindere da questo nuovo assetto di riordino degli Enti Locali. “Per questo, con buona pace del signor Volpato dell’associazione ‘Città Comune’ che continua senza alcun titolo a denigrare i nostri amministratori – continua Bolletti – il Partito Democratico ha deciso di confrontarsi seriamente sui contenuti della proposta di fusione e non solo sugli slogan propagandati, per trovare il giusto equilibrio nell’interesse dei cittadini e dei servizi a loro offerti”. Coerentemente quindi con la volontà espressa dal Consiglio Comunale di lasciare libertà di voto ai cittadini di Staranzano sulla scelta di un’eventuale fusione con Monfalcone e Ronchi, il locale circolo PD si è dedicato a cercare di riassumere vantaggi e svantaggi di tale ipotesi, ritenendo doveroso e serio fornire un’adeguata e corretta informazione nell’ottica di ragionare su una proposta organica di riordino territoriale come parte di un progetto che veda coinvolti, oltre agli amministratori, gli iscritti, i cittadini e i lavoratori.
“Come emerso da alcuni interventi, credo che la fusione dei tre comuni rappresenti una strategia politica per lo sviluppo di questo territorio; certo non sarà la panacea di tutti i mali, ma potrebbe essere un volano per le opportunità di sviluppo e di crescita di quest’area. Ma al contempo ritengo sia doveroso rispettare i timori di coloro che hanno espresso ‘cautela’, preferendo concentrarsi in questo momento sull’entrata a regime delle UTI prima di fare il passo successivo per costruirlo con la dovuta attenzione. In sostanza: non tutti concordano su tempi e percorsi, ma si condividono gli obiettivi. Per questo il PD continua ad impegnarsi ad offrire informazioni agli iscritti e ai cittadini lasciando loro, democraticamente, la libertà di scegliere sul futuro che vorranno”.
Anche il segretario provinciale Marco Rossi ha partecipato all’Assemblea. “Ho assistito ad interventi vivaci ed interessanti, sempre centrati sui contenuti. Ho ritenuto doveroso sottolineare che si tratta di valutare un’ipotesi politica, più che prettamente amministrativa. Nel pieno rispetto della libertà dei circoli, ho condiviso la linea di serietà del PD quale principale partito di governo del paese e la scelta a suo tempo espressa dal Consiglio Comunale che permette ora ai cittadini di Staranzano di esprimersi pienamente per il futuro della loro città, pur ricordando l’approccio riformista del Partito Democratico. Indipendentemente quindi dalle provocazioni espresse anche di recente da Volpato, che si permette di intervenire sulle dinamiche interne di un partito cui non è iscritto più che sui contenuti espressi, credo che il PD di Staranzano si sia mosso con serietà e credibilità, non cadendo nelle provocazioni a mezzo stampa cui è stato spesso richiamato. I cittadini sapranno ben esprimere la loro volontà il prossimo 19 giugno”.