Portualità e ZLS

Portualità e ZLS

Portualità e ZLS
Quali prospettive per il territorio Isontino? –

MERCOLEDÌ 10 MARZO ORE 17.45

  • Si può partecipare alla Live su Zoom -> http://bit.ly/Portualita_ZLS

Conversazione con
il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale – ZENO D’AGOSTINO

INTRODUCE E MODERA – DIEGO MORETTI Segretario provinciale del PD

SALUTI – FRANCO PERAZZA Segretario PD Gorizia

SALUTI – MICHELA PERCUZZI Segretario PD Monfalcone

INTERVIENE – LAURA FASIOLO già Senatrice PD

 

Il Pd: «Il sindaco vigili sul San Giovanni di Dio convertito al Covid-19»

Il Pd: «Il sindaco vigili sul San Giovanni di Dio convertito al Covid-19»

Il Pd: «Il sindaco vigili sul San Giovanni di Dio convertito al Covid-19»

Franco Perazza e Angiola Restaino, entrambi del Pd, intervengono in seguito alla raccolta di 970 firme, avviata da Adelino Adami, medico chirurgo in pensione che ha lavorato all’ospedale di Gorizia e successivamente a Trieste, e Giorgio Bisiani, tecnico che ha legato la sua carriera al servizio di Emodialisi del nosocomio goriziano.«Una lettera aperta – sottolineano – in cui si ringraziano i nostri bravi e coraggiosi sanitari ma si esprimono preoccupazioni per il futuro dei servizi ospedalieri di Gorizia e si chiedono garanzie e rassicurazioni precise, pubbliche e formali da parte del sindaco e del dg di Asugi sulla volontà di non sottoporre la sanità goriziana e isontina ad ulteriori e definitivi impoverimenti e declassamenti dei reparti e dei servizi. Senza nessun intento polemico, al di sopra di ogni interesse di partito, anche noi esprimiamo preoccupazione, e lo facciamo perché, in frangenti drammatici come quelli che stiamo vivendo, appare del tutto evidente l’importanza di un servizio sanitario pubblico efficiente, capillare, esteso a tutti, che valorizzi competenze e professionalità».«Noi diciamo no – dicono – a ridimensionamenti della sanità pubblica a favore del privato, come purtroppo è avvenuto in Regioni come la Lombardia e il Veneto, per esempio, con i risultati disastrosi cui stiamo assistendo. La nostra grande preoccupazione è di veder spogliato l’ospedale di tutte quelle funzioni indicate con precisione ed obiettività dalla lettera/appello. La drammatica emergenza sanitaria e le drammatiche conseguenze economiche e sociali che ne deriveranno, in un territorio già così provato come il nostro, impongono una assunzione di responsabilità. Dobbiamo guardare al dopo, dobbiamo essere consapevoli che, o si esce diversi da questa emergenza o non si esce. Niente più deve essere fatto per apparire, per dividere, per criminalizzare ogni voce diversa dalla propria. Amministrare, in momenti di isolamento, dolore e di paura, deve significare raccogliere proposte e preoccupazioni e dare risposte concrete, adeguate, lungimiranti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte».Conclude il Partito democratico: «Non approfitteremo dell’impegno generoso ed eroico dei nostri operatori per polemizzare e fare opposizione per principio. Abbiamo una sanità ospedaliera di prim’ordine e le nuove funzioni ospedaliere dipendenti dall’emergenza lo confermeranno. Unendoci ai numerosi cittadini sottoscrittori della lettera citata, chiediamo attenzione e vigilanza al sindaco».

Covid-19 – cinque ordini del giorno respinti senza un perché: occasione persa

Covid-19 – cinque ordini del giorno respinti senza un perché: occasione persa

Gorizia, 2 aprile – L’approvazione all’unanimità del secondo disegno di legge legato all’emergenza Coronavirus, il ddl n. 85, è stato l’ennesimo segnale di collaborazione da parte dei gruppi politici del Consiglio regionale. Pur contenendo anche norme che con l’emergenza non c’entrano nulla (su tutte il prolungamento delle elezioni del 2021 al 2022), il voto favorevole del nostro gruppo al ddl nel suo insieme conferma il senso di responsabilità di fronte ad una situazione emergenziale mai vissuta prima. Peccato che la Giunta e la maggioranza abbiano respinto cinque ordini del giorno (sui sette presentati) che contenevano indicazioni costruttive e collaborative sui temi in discussione. Tra questi, uno conteneva la possibilità di concedere anche alle famiglie con disabili la possibilità di uscire di casa con procedure semplificate (senza certificati medici specifici ma con il solo certificato di disabilità che già contiene la necessità di accompagnamento), ma inspiegabilmente è stato, assieme agli altri, respinto.

Si può uscire – giustamente – per portare il cane a fare i propri bisogni, ma non il resto. Davvero un peccato, un’occasione persa…

Scarica e leggi gli ordini del giorno respinti da Fedriga:

ddl 85 odg 1

ddl 85 odg 2

ddl 85 odg 3

ddl 85 odg 4

ddl 85 odg 6

Pd: Moretti, prepariamo riscatto dell’Isontino – “Dalla destra danni al territorio su tutti i fronti”

Pd: Moretti, prepariamo riscatto dell’Isontino – “Dalla destra danni al territorio su tutti i fronti”

“Nel 2019 la spallata della Lega sull’isontino è fallita e ora dobbiamo preparare il riscatto di un territorio ingannato, spezzato e umiliato dalle destre”. Lo ha detto oggi a Gorizia il segretario provinciale del Pd isontino Diego Moretti, durante la conferenza stampa di fine anno.

“Le vittorie nette del centrosinistra – ha spiegato l’esponente dem – a Staranzano, Gradisca e Turriaco, dove la Lega si è presentata con il proprio simbolo, hannno evidenziato un dato di buongoverno e serietà che dobbiamo confermare anche negli appuntamenti elettorali del 2021, quando si voterà, tra gli altri comuni, a Monfalcone, Ronchi e Grado. Da qui si riparte per rimediare ai danni subiti dai Comuni, dalle attività produttive e dell’occupazione, dai presidi della cultura alla questione migratoria alle relazioni transfrontaliere”.

Il segretario dem ha iniziato dalla riforma sanitaria che “non solo non ha riaperto il Punto Nascita di Gorizia come promesso nel 2018, ma suscita forti preoccupazioni per il futuro dei due ospedali isontini, che rischiano seriamente di essere spogliati di funzioni ospedaliere importanti oggi esistenti. Nessuna promessa – ha aggiunto Moretti – è stata mantenuta sul ruolo regionale del CRUA e interrogativi rimangono sul consorzio CISI dopo la modifica dei criteri di finanziamento per le strutture a servizio dei disabili”.
Parlando poi del lavoro “al di là delle operazioni di facciata quali il ‘recruiting day’ – ha continuato Moretti – rimangono fortissime perplessità sul fatto che Fincantieri continui un modello organizzativo che non controlla in alcun modo la fascia del subappalto più bassa, con conseguenti problemi legati ai diritti dei lavoratori, alle legalità e sicurezza che sono sotto gli occhi di tutti. Su questo – ha annunciato – solleciteremo il Governo Nazionale ad un confronto vero con i vertici di Fincantieri. Siamo preoccupati anche per la situazione dello Stabilimento Leonardo di Ronchi: non solo è in piedi da nove mesi una richiesta di audizione in Regione degli assessori competenti e dei sindacati, ma vi è il buio più assoluto sulla strategia di sviluppo della Società nei confronti di tale stabilimento. Mantengono la loro gravità le situazioni di crisi di Burgo, NIDEC e WM”.

“Da due anni viviamo in un territorio diviso e senza strategia comune – ha sottolineato Moretti – con Monfalcone che fa storia a sé per il rapporto diretto di Cisint con Fedriga, mentre Gorizia e Cormons sono piegati ai voleri di annessione dell’isontino a Trieste, fomentati dalla Giunta regionale”.
Riguardo l’avvio nel 2020 della riforma degli Enti locali, Moretti ha denunciato la “palese ingiustizia del riparto dei fondi tra i Comuni ‘non UTI’ e quelli ‘UTI’ con i primi favoriti in maniera indegna”. Si vuole smettere, ha precisato “di ragionare assieme sulle politiche di sviluppo territoriale, e i comuni dovranno andare dall’assessore regionale di turno a pietire finanziamenti con il cappello in mano”.

Per Moretti “grosse incognite pesano sul futuro di ERPAC di Gorizia, la cui abrogazione è prevista dal ddl ‘Semplifica FVG’, per essere assorbito all’interno della Direzione Centrale Cultura. Ciò, mentre è finita nel totale dimenticatoio il passaggio della gestione al Comune degli ex Musei Provinciali, altra promessa inattuabile rivelatasi una bufala”.

Il segretario dem ha dichiarato “confermata la nostra previsione sulle conseguenze del passaggio in Regione del Direttore del GECT: il risultato è l’immobilismo dell’organismo transnazionale. Il sindaco Ziberna dovrebbe dedicarsi seriamente a questo tema, evitando le solite rassicurazioni sterili che alla fine non producono nulla”.

Sul tema ‘caldo’ dell’immigrazione Moretti ha dichiarato che “il PD isontino è vicino al sindaco Tomasinsig rispetto all’ennesima promessa non mantenuta di istituzione del CPR (peraltro senza alcun nuovo innesto di personale della Polizia di Stato) e contestuale chiusura del CARA. Fedriga si era impegnato – ha ricordato Moretti – a fare in modo che in Regione vi fossero più CPR arrivando a chiedere il famigerato ‘muro’ al confine, ma la realtà è che nessuno parla più di ‘emergenza immigrazione’ semplicemente perché non c’è”

La ricetta Delrio: «I dem ripartano dai territori»

La ricetta Delrio: «I dem ripartano dai territori»

 

MONFALCONE. Ripartire dai territori. Da Monfalcone, una «scelta non casuale», ha affermato l’onorevole Debora Serracchiani. L’iniziativa del Pd di ieri sera al Kinemax ha rilanciato la politica del «dare risposte» e che «cerca una comunità che vuole ritrovare se stessa e crescere», rispetto ad «un tweet o un post di propaganda».

 

A due anni dal voto amministrativo, Serracchiani ha lanciato una «iniziativa su Monfalcone», assieme alla capogruppo consiliare dem Lucia Giurissa. «Qui è saltato il sistema sociale», ha aggiunto facendo riferimento alla giunta del sindaco Anna Maria Cisint. Il consigliere regionale Diego Moretti ha aperto l’incontro rivolgendo al capogruppo Pd della Camera, Graziano Delrio, «l’istanza di un partito radicato nel territorio e federale, un territorio di confine che ha fatto dell’apertura un punto di forza».

E se il sindaco di Romans, Davide Furlan, ha sottolineato che «l’Isontino è sempre stato amministrato bene», e «le buone azioni dei sindaci ora sono state messe in discussione per questioni meramente di speculazione politica» («amministrazioni come quella di Cisint stanno facendo grandi danni»), battendo sulla riforma degli enti locali appena approvata in Consiglio regionale che «metterà in ginocchio i Comuni più piccoli creando cittadini di serie A e di serie B», il segretario regionale Cristiano Shaurli ha osservato: «In agosto è cambiato tutto, abbiamo rimesso i piedi in Europa. Dobbiamo aiutarci a superare la sconfitta dolorosa, a Monfalcone e in Regione. Bisogna rilanciare la nostra proposta. Tenere insieme Europa, territori e l’orgoglio del Pd rappresenta la nostra sfida».Delrio ha spiegato «cosa succede a Roma». Il Governo «ha recuperato 7 dei 20 miliardi di interessi sul debito pubblico causati dallo spread grazie al “signor chiacchierone” (Salvini, ndr). Ora l’Europa pensa che abbiamo una classe dirigente seria». Ha parlato della manovra economica: «Abbiamo abbassato le tasse per 26 miliardi, 23 dell’Iva e 3 a favore dei lavoratori. E noi con la tassa su plastica, zuccheri, auto aziendali per 2 miliardi siamo passati come quelli della manovra delle tasse». Ha citato «gli investimenti sbloccati, come per il porto di Trieste», durante la guida centrosinistra. E la «crescita del Pil di oltre l’1,7%». Insomma, «in agosto l’Italia è stata lasciata in mutande. Il problema erano le navi da tenere lontane dai porti. Una coltre di propaganda e di alterazione della verità preoccupante, per questo siamo andati al Governo. E io voglio ripartire dai territori» da Il Piccolo 22/11/2019

Prof di sinistra “sotto osservazione”
Sindacati in rivolta. I Cobas: sciopero

Prof di sinistra “sotto osservazione”
Sindacati in rivolta. I Cobas: sciopero

Sul monitoraggio della politica a scuola affidato al garante per i minori e annunciato per settembre dal sindaco di Monfalcone Anna Cisint c’è ora anche la minaccia di sciopero. La firmano i Cobas Scuola del Fvg, «sconcertati» dall’ipotesi «sportello riservato d’ascolto destinato ad accogliere le lamentele contro i prof troppo politicizzati e di sinistra». Se arriverà, si legge in una nota, «ci riserviamo di valutare lo stato d’agitazione per arrivare se necessario a proclamare anche uno sciopero interprovinciale». A intervenire sono anche Cgil, Cisl e Uil. Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, e Adriano Zonta, segretario regionale di categoria, esprimono «solidarietà ai docenti e al personale delle scuole di Monfalcone colpiti dalle “liste di proscrizione” della sindaca Cisint». Nel mirino la «(dis)educazione alla delazione e la paradossale accusa di “fare politica” a scuola, con conseguente processo pubblico». All’attacco anche il confederale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta: «Siamo di fronte a quella che non so se considerare una scivolata o il maldestro tentativo di fomentare una campagna basata sul nulla. Nessun caso concreto, solo l’ennesima crociata contro gli insegnanti comunisti, curiosamente scatenata a scuole chiuse». Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, boccia a sua volta la proposta: «Non spetta al garante dell’infanzia svolgere funzioni da minculpop, mentre esula certamente dai compiti di un amministratore locale attivare controlli sul comportamento degli insegnanti, ai quali andrebbero manifestati casomai rispetto e gratitudine per la generosità con cui svolgono il loro compito in condizioni che meriterebbero ben altra considerazione a livello sociale, normativo ed economico». Ugo Previti, segretario regionale della Uil Scuola, aggiunge: «Ognuno, privatamente, può avere le proprie idee ma la scuola è e deve essere libera, senza ideologie, anche di criticare le ordinanze del sindaco se è il caso. Se poi i docenti fanno politica in classe, i genitori e gli alunni hanno già tutti i mezzi per contestarli». A difendere Cisint è invece il Popolo della Famiglia di Monfalcone che denuncia «l’indottrinamento degli studenti» e promuove l’operazione-garante, «che permetterà di contrastare abusi e incongruenze a scuola».Il sindaco trova poi appoggio nel collega di Gorizia Rodolfo Ziberna: «Gli eccessi possono manifestarsi ovviamente sia in un senso che nell’altro, ma una certa propaganda attacca con “fake news” chiunque osi affrontare questi argomenti, come peraltro il dramma delle foibe e degli esuli. Pochi sanno, per esempio, quanto sia ostacolata da una parte del corpo docente la partecipazione degli studenti agli eventi legati al Giorno del ricordo».La diretta interessata, intanto, attacca ancora: «La sinistra è finita, altrimenti non si sarebbe accanita con tanta pochezza su un tema importante come quello della scuola. Evidentemente, dei giovani, le importa poco. Speriamo che la mia denuncia contribuisca a far terminare il dannoso regime della “palestra democratica” e a favorire il senso critico». Dal Pd ribatte il consigliere regionale Diego Moretti: «La retromarcia di Cisint conferma che abbiamo colpito nel segno, ma non basta ad abbassare la guardia su un tema delicatissimo e sul quale non ci possono essere compromessi. La stessa difesa del presidente Fedriga non ha nulla di culturale o di pensiero politico, ma è il solito slogan fatto per la sola ricerca e individuazione del nemico a tutti i costi».-

Pd: «Aria di regime» 
Ma Cisint tira dritto
 e Fedriga la blinda

Pd: «Aria di regime» 
Ma Cisint tira dritto
 e Fedriga la blinda

«La sinistra deve capire che è finita la sua dittatura, scuola compresa». Avesse mai avuto bisogno di un alleato nell’annunciato monitoraggio del presunto tifo per la sinistra di alcuni insegnanti, Anna Cisint lo trova comunque in fretta. A Cervia, alla festa della Lega Romagna, Massimiliano Fedriga, sul palco col sottosegretario ai Beni culturali Lucia Borgonzoni (che Matteo Salvini ha candidato al governo dell’Emilia Romagna), benedice la linea del sindaco di Monfalcone. Ma va anche oltre, con una dura polemica «sul vergognoso utilizzo politico dell’istruzione fatto dai mondi della sinistra». Il presidente della Regione interviene il giorno dopo l’annuncio di Cisint di voler affidare al garante per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza di Monfalcone il compito di raccogliere i racconti di studenti e genitori su quanto accade in aula, viste le segnalazioni, una decina, su docenti critici con iniziative e comportamenti della Lega. «C’è un garante in Comune e si occuperà giustamente di verificare i casi in cui i professori utilizzano il loro ruolo in classe per fare politica», le parole del governatore, che poi aggiunge: «Finalmente c’è qualcuno che dice basta con l’uso di posizioni di potere, anche dentro la scuola, per portare avanti l’ideologia di sinistra. Solidarietà al sindaco di Monfalcone, che ha detto una cosa ovvia». Nella prima domenica agostana, con toni alti erano intanto arrivate le repliche dei dem. All’attacco con la senatrice Tatjana Rojc, che denuncia il «controllo invasivo» della Lega e la realizzazione nella città dei cantieri della «società illiberale di Orban e Salvini». Che bisogno ha un partito quotato verso il 40%, domanda Rojc, «di andare a scovare qualche insegnante che ha la colpa di dirsi antifascista, come fosse una bestemmia? La risposta è semplice: nessun regime tollera voci fuori dal coro, nemmeno minoritarie». Diego Moretti, consigliere regionale, rincara la dose: «La foga epuratrice ha individuato un altro nemico: adesso è il turno degli insegnanti “di sinistra”, colpevoli di non condividere l’opinione di governo e di esprimere liberamente le proprie opinioni. Siamo alle liste di proscrizione, da pubblicare sui social, tanto per creare le campagne d’odio care a Salvini e ai suoi sodali, grazie alla segnalazione anonima di studenti magari arrabbiati per un brutto voto. Solo nel Ventennio o nei regimi comunisti dell’Est Europa si sono visti atti del genere». L’ex parlamentare e dirigente scolastica Laura Fasiolo si dice invece «sbigottita» per i compiti che Cisint vorrebbe assegnare al garante per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza: «Sarebbe una vera e propria ingerenza nel mondo della scuola, un novello siracusano Orecchio di Dionisio». «”Schedare” gli insegnanti di sinistra viola gli articoli 21 e 33 della Costituzione, insulta la dignità professionale di una intera categoria e dimentica che il sindaco non ha poteri di “intelligence” di alcun genere», fa eco Furio Honsell di Open, che annuncia un’interrogazione e una mozione sul tema in piazza Oberdan. Cisint, tuttavia, non cambia idea. Si dice innanzitutto pronta a portare in tribunale Selvaggia Lucarelli, l’opinionista e blogger che ha denunciato il tweet in cui si anticipa la campagna d’ascolto di genitori e ragazzi: «Ha deciso lei che avrei fatto liste di proscrizione di cui non ho mai parlato. Probabilmente la querelerò e i soldi che ricaverò li darò ai bambini maltrattati». Il sindaco ripropone quindi le sue considerazioni. «Stimo il corpo insegnante, ma la mia esperienza mi fa dire che il mondo della scuola così tanto neutrale non è. Io, da mamma, non sono per esempio d’accordo che un docente dica a mio figlio che i porti debbano essere aperti». Il riferimento è alle segnalazioni ricevute, una delle quali di un ragazzo «bullizzato» perché non di sinistra. «Non fare niente sarebbe gravemente sbagliato», insiste Cisint ribadendo che a settembre chiederà al garante di fornire il quadro della situazione. E, se emergeranno comportamenti ritenuti inadeguati alla professione di docente, «c’è la possibilità di riferire i fatti a ministero e Ufficio scolastico regionale». Il sindaco denuncia anche «il clima di odio e intimidazione che attraverso i social si è scatenato da quando la città ha deciso democraticamente di scegliere una strada diversa da un passato che i monfalconesi rifiutano. Delegittimazione non tollerabile in rete e nei bar, ma inammissibile se trasferita all’interno delle scuole. Chi ha perso ha un approccio che ha creato una situazione sempre più difficile. Qualcuno è pure un insegnante».–

Democratica parla dell’iniziativa “Scuola di sana e robusta costituzione”

Democratica parla dell’iniziativa “Scuola di sana e robusta costituzione”

Intervista su Democratica all’ex parlamentare Pd, per molti anni dirigente scolastica: “Dichiarazioni inquietanti, violati gli articoli 21 e 33 della Costituzione”

“È un comportamento che va contro la funzione del Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e che viola i principi sanciti dalla Costituzione”.
Laura Fasiolo, preside per una vita ed ex parlamentare goriziana del Pd non ha dubbi: l’annuncio della sindaca di Monfalcone di voler aprire un “punto di ascolto” per la delazioni contro gli insegnanti rei di professare “idee di sinistra”, è sbagliato e pericoloso.

La sindaca in pratica annuncia di voler affidare un compito di parte a un servizio pubblico: è lecito?
Quello che vorrebbe fare la sindaca, e cioè aprire un punto di ascolto sui docenti
Con pensiero ” divergente” dal suo rappresenta, uso un eufemismo, un’”ingerenza: nella vita della scuola e un implicito invito a delazioni.L’educazione al pensiero unico non è parte della scuola, che forma alla valutazione critica e responsabile, non è la palestra del pensiero unico. È aberrante questa visione distorsiva della figura e funzione del garante, davvero inaudita. Non solo vengono ignorati gli articoli 21 e 33 della Costituzione, sulla libertà di espressione e di insegnamento, una visione che deve essete rispettosa e garante del pluralismo culturale, ma attraverso la visione distorta della funzione del Garante si configura un’intimidazione ed una minaccia alla funzione formativa dell’intera scuola. Gli effetti delle dichiarazioni della sindaca sarebbero inquietanti: il Garante per l’infanzia e l’adolescenza dovrebbe occuparsi di ben altro e con assoluta indipendenza: dalle situazioni di difficoltà dei minori in famiglia, a situazioni di violenza, e di sfruttamento, lavoro minorile, bullismo, esclusione per motivi razziali, di genere, di religione, lingua ecc.

La sindaca continua a dire, oggi anche con il sostegno del governatore Fedriga, che la politica non deve entrare nella scuola, però addita solo gli insegnanti di sinistra…
È evidente che in questo modo intende garantire una certa parte politica. Non solo, ma se l’ordinanza fosse applicata la sindaca avrebbe anche il monopolio del tipo di informazione che si fa nella aule, quando l’educazione al pensiero critico è il primo compito di un docente. Nessuno vuole fare processi alle intenzioni, ma è un fatto che la sindaca stia esplicitando le sue molto chiaramente. Lei vorrebbe una specie di orecchio di Dioniso a vigilare, ma i compiti di vigilanza non spettano al Comune. In caso di eccessi le famiglie hanno tutti gli strumenti, possono rivolgersi al dirigente scolastico o agli uffici regionali, ma le posso dire che ho fatto la preside per una vita e le situazioni problematiche sono state rarissime.

Ma il Garante è obbligato ad applicare l’ordinanza?
Il Garante ha l’obbligo di svolgere il suo compito di garante senza sottostare a vincoli del Sindaco. Non possono nè debbono esserci Orecchi di Dionisio nella scuola luogo in cui nessuno può permettersi di fare la caccia alle streghe. Sarebbe molto grave se il Garante non esercitasse la sua funzione in totale autonomia e indipendenza o fosse in qualche misura anche lontanamente condizionato dal sindaco.
Ma torniamo al mondo reale…qui si sta straparlando. Nella Costituzione e in tutte le norme post fasciste la libertà di insegnamento è un principio assodato, un requisito basilare che nessuno, e men che meno un sindaco, può ignorare.. Dunque il Garante non potrà mai prestarsi a “libere interpretazioni” della sua funzione. E a maggior ragione considerato il fatto che il Garante per l’ infanzia e l’adolescenza è una figura super partes. Il fatto che a Monfalcone si fosse candidato in una lista civica a sostegno della sindaca, è un elemento che lo indurrà a maggior ragione al massimo rigore e alla doverosa distanza.
Su questa davvero sconcertante vicenda, che si presta a molti vulnus di costituzionalità, dovrebbe dire una parola in questo caso il ministro al quale chiediamo con forza di intervenire, e bene ha fatto il Pd a presentare un’interrogazione.

C’è chi ha avanzato il dubbio che quella della sindaca Cisint sia un anticipo di campagna elettorale in vista di una sua candidatura alla Regione. È così?
Potrebbe essere ragionevole. Le ambizioni di Cisint potrebbero essere quelle, qualora il governatore Fedriga ambisse a ruoli di governo nazionale. Non escludo che l’accelerazione della vocazione di rigore censorio del sindaco sia diretta a cavalcare un ruolo di leadership. Ma finché è sindaco si limiti a fare il sindaco, il sindaco di tutti, e nelle scuole lasci lo spazio a docenti e dirigenti o presidi che dir si voglia a cui compete la vigilanza e responsabilità. Quanto alla scuola si occupi dell’edilizia scolastica, dei servizi, dell’offerta formativa, di non lasciare indietro nessuno; né le mancano incombenze non risolte a cui far fronte, come i posti insufficienti per i bambini delle scuole dell’infanzia, nella stragrande maggioranza extracomunitari…altro che orecchi di Dionosio!

Visita in carcere Moretti – Cattarini – È necessario un aumento strutturale del personale

Visita in carcere Moretti – Cattarini – È necessario un aumento strutturale del personale

«La visita odierna alla Casa Circondariale di Gorizia ha dimostrato ancora una volta come gli operatori della Polizia Penitenziaria che gestiscono la struttura isontina siano davvero un’eccellenza del sistema penitenziario nazionale, pur rispetto alle ristrettezze di personale esistenti». Lo afferma il segretario provinciale e Consigliere regionale Pd, Diego Moretti dopo la visita al Casa Circondariale di via Barzellini, compiuta assieme a Riccardo Cattarini, esperto delle questioni di giustizia del PD provinciale. «La struttura isontina non vive la situazione sovraffollamento di altri carceri italiani: attualmente sono presenti ventiquattro reclusi, con una forte incidenza di detenuti italiani. Quello che però preoccupa maggiormente, sia per i servizi interni, sia per la gestione della sicurezza, è la carenza di organico della struttura goriziana, che vedrà solo entro la fine dell’anno un aumento di cinque unità per il personale della polizia penitenziaria. Questa boccata d’ossigeno, purtroppo, sarà del tutto temporanea, perché la pianta organica verrà nuovamente ridimensionata dai prossimi pensionamenti previsti nel corso del prossimo anno, tornando di fatto, alla situazione pregressa.

Questa penuria di risorse è maggiormente visibile in quelle che vengono definite come “le porte girevoli” cioè i momenti di accoglienza temporanei dei nuovi reclusi nelle ore più difficili della notte e nei fine settimana, dove il personale presente, già ridotto all’osso per la sorveglianza, viene caricato anche dei nuovi accessi e di tutte le procedure connesse. Ciò, pur in presenza di una norma che prevede l’utilizzo delle celle temporanee presso le strutture delle forze dell’ordine, che di fatto non è in alcun modo applicata». Continua il consigliere Dem «Le soluzioni proposte dagli operatori e che vorrei portare all’attenzione degli organi regionali e del Ministero competente sono essenzialmente due:

. la prima è l’aumento stabile per l’organico della struttura;

. la costruzione di celle temporanee di minima sicurezza nelle caserme delle forze dell’ordine di maggior dimensione del territorio, in modo da coprire gli accessi nei momenti di difficoltà per la Casa Circondariale.

Gli operatori ci segnalano, inoltre, un problema che potrebbe ricadere in futuro sulle strutture presenti nel nostro territorio nel momento in cui saranno effettivamente dismessi i penitenziari psichiatrici, in particolare che il peso di queste strutture ricada sugli istituti carcerari, andando ad a sovraccaricare quella che è la condizione dei penitenziari dal punto di vista di risorse e personale, aggravando ulteriormente la situazione sia per la mancanza di formazione degli operatori oltre che l’assenza di spazi adeguatamente strutturati per gestire questa tipologia di ospiti». Cattarini aggiunge «Nella scorsa legislatura si erano fatti grossi sforzi per rendere la politica della giustizia più simile a quella dei Paesi più avanzati, nei quali il carcere non è mai l’unica soluzione. Il Governo attuale, per ragioni di pura propaganda, sta tornando ad un sistema che vede il carcere come unica forma di intervento. Non è certo un progresso, è anzi un ritorno ai tempi in cui il nostro sistema carcerario era uno dei peggiori del mondo criticato da tutti, e che ci è costato anche sanzioni dall’Unione Europea».

«Chiediamo – concludono Moretti e Cattarini – che venga aperta una finestra su questo mondo da parte del Consiglio regionale e delle autorità ministeriali competenti, costituendo un tavolo di lavoro congiunto che possa nel più breve tempo possibile arrivare alla soluzione di quelle che sono delle problematiche importanti per operatori e detenuti perché il grado di civilizzazione di una società non si misura solo dalle sue opere d’arte e d’ingegneria ma anche dallo stato delle sue prigioni».